Frisona

Frisona

Tuttavia si tratta di una variante capace di produrre anche una carne tenera e delicata, solitamente una volta giunta alla fine della sua carriera e soprattutto se alimentata nella maniera corretta nel corso della sua vita.

Una corretta gestione dell’animale prevede infatti una nutrizione a base di latte fino allo svezzamento e poi una dieta a base di erba, legumi e cereali per consentire un corretto sviluppo dell’esemplare e un prodotto di qualità a seguito della macellazione.

In questo modo sarà possibile ottenere differenti tagli dal colore rosso ciliegia piuttosto intenso, con un gran numero di infiltrazioni di grasso che donano al prodotto una discreta succosità e un gusto tenero e saporito. È molto importante mantenere questi elementi e fare in modo che il pezzo non sia del tutto magro, perché il sapore caratteristico è dato proprio dalla compresenza di tutte le componenti che ben si mescolano al palato.

Come cuocere la Frisona

Parliamo di un taglio di carne che da il meglio di sè quando viene cotto alla brace, soprattutto se spesso e succoso all’interno, poiché non necessita di condimenti particolari per essere apprezzato da tutti i commensali presenti.

Può essere tuttavia cotto anche in maniera tradizionale facendo attenzione a non esagerare con il tempo sul fuoco, poiché il rischio è quello di indurire la pietanza e perdere parte della morbidezza naturale prevista.

Peso e conservazione

Il peso medio varia da 0,5 a 1,2 kg a seconda della richiesta del cliente e dello spessore desiderato, capace di soddisfare anche due persone contemporaneamente per la grandezza all’interno del piatto.

La conservazione prevede una temperatura di circa -20 gradi, così da tenere il prodotto al fresco e soprattutto al sicuro da eventuali contaminazioni e batteri nocivi. Buona parte del sapore dipende dalla frollatura, che se più lunga determina un aumento del pregio della carne che viene venduta.